Storia

Posto nel cuore dell’Oltrepò mantovano, San Giovanni del Dosso sorge nei pressi del corso del Po. Possiamo immaginare San Giovanni del Dosso come un'area ricca e fertile, costellata da edifici dove aveva luogo sia la vita abitativa che quella produttiva, legata ad agricoltura e artigianato.

Data di pubblicazione:
25 Febbraio 2019
Storia

Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione romana. Il toponimo Dosso, chiamato anche Dosso della Scaffa o Podium della Scaffa, è stato ritrovato in un documento del 1332 per descrivere la località oggetto di una contesa relativa ai confini tra i signori di Mirandola e Mantova. Anche in un documento del 1475 di Andrea da Schivenoglia il luogo viene chiamato Dosso della Scaffa verso la Gardignagolla - Gardignola. La zona, che viene considerata la matrice dell'attuale paese di San Giovanni del Dosso, originariamente era una grande palude. Ai margini di questa palude si sviluppò, nel Medioevo, il paese di San Giovanni e venne costruita una chiesa matildica sulle cui fondamenta, nel 1616, fu eretta l'attuale parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Nell’alto Medioevo notevole importanza ebbe la frazione di Brazzuolo.

Posta sul fiume Bondeno, essa rappresentava un punto di controllo della navigazione fluviale, con l'assoggettamento a balzelli. Più recentemente è da ricordare un curioso episodio, avvenuto nel 1878, quando i fedeli di San Giovanni, rifiutando il parroco nominato dal vescovo, elessero con un plebiscito un loro parroco. Lo scisma fu ricomposto soltanto dopo due anni. Nel 1933, San Giovanni, sino ad allora considerata frazione del comune di Quistello, venne dichiarata comune autonomo. San Giovanni del Dosso è un comune di antichissime origini. Tutto ha inizio da un pozzo di epoca romana scoperto nell'agosto del 1996 nella cava d'argilla Begnarde. All'interno è stata rinvenuta una grande quantità di materiali: vasellame, oggetti in metallo, ossi lavorati, resti lignei di rara importanza, che oggi sono visibili nell'allestimento di archeologia del territorio mantovano presso il Museo Archeologico Nazionale di Mantova.

Quattro anni dopo questa scoperta, nell'estate 2000, sono venuti in luce altri elementi all'interno della cava di argilla. Sulla sommità di due rossetti si notavano infatti delle strutture murarie, sigillate da un livello di terreno morboso nero, segno di un periodo di stagnazione dell'acqua al di sopra delle rovine degli edifici. Anche queste testimonianze di vita quotidiana suggeriscono che il luogo fosse abitato almeno dal I secolo a.C. fino al II secolo d.C. e sicuramente in quell'epoca fu abbandonato a causa di una piena del Po. I ritrovamenti delle Begnarde, sia quello del 1996 che quello del 2000, hanno aperto una grande finestra sul passato di quest'area di pianura padana in età romana.

Ultimo aggiornamento

Lunedi 22 Maggio 2023